Roma – La regione Lazio intende rilanciare il sistema scolastico. Lo ha annunciato il presidente Nicola Zingaretti presentando il pacchetto “Prima di tutto la scuola”, rivolto alle scuole e agli studenti: dieci azioni, è stato spiegato, “a sostegno del sistema scolastico regionale, utili a migliorare la qualità delle scuole e la vita degli studenti”. Tra le iniziative la ‘Scuola di squadra’, con cui la Regione ha messo a disposizione un milione di euro per promuovere lo sport finanziando l’acquisto di attrezzature sportive.
“Abbiamo fatto e continueremo a fare – spiega Zingaretti – molto sull’efficientamento energetico, sugli interventi di edilizia scolastica che rappresentano un impegno importante per la nostra regione e su questo grande progetto che si chiama ‘scuola di squadra’ con cui distribuiremo, a tutte le scuole del Lazio, kit per avere le attrezzature sportive. Sia sull’efficientamento energetico che sugli interventi di edilizia scolastica noi non lasceremo le scuole sole”.
Sono stati anche stanziati 370 milioni tra investimenti diretti e gestione delle risorse statali per l’edilizia scolastica. Di questi, 142 milioni di euro con fondi regionali per 211 interventi su altrettanti edifici scolastici già attuati o in via di ultimazione; 75 di fondi regionali per la messa in sicurezza di 501 edifici scolastici per il triennio 2015-2017; 17 di fondi della Protezione Civile per l’adeguamento sismico di 25 scuole di cui il 70% ultimato; 9,5 milioni con i fondi Miur per il miglioramento sismico di 8 scuole; 23 milioni di euro per la nuova costruzione di 5 ‘Scuole Innovative’; 33 milioni di euro con il decreto del Fare ‘Scuole Sicure’ per 115 edifici scolastici; 72 milioni di euro per 97 edifici finanziati con i mutui Bei con oneri di ammortamento a carico dello Stato per le annualità 2015-2016. Ci sono poi, punto 4, 1,2 milioni del ‘Kit Scuola 3D’, fondi con i quali saranno acquistati e messi a disposizione delle scuole stampanti 3D, tablet, app di didattica digitale, piattaforme di hosting per l’applicazione,wifi, software gestionale e materiali vari.
In merito al nostro sistema scolastico nazionale l’Ocse, nel rapporto “Education at a glance” 2016, ha lanciato l’allarme che nel nostro Paese oltre un terzo dei giovani tra i 20 e i 24 anni di età non lavora e non studia e tra il 2005 e il 2015 la loro percentuale è aumentata in misura superiore rispetto agli altri paesi Ocse: +10 punti. La quota di giovani laureati fra i 25 e i 34 anni che riescono a trovare un lavoro è di oltre venti punti inferiore alla media dei paesi Ocse: 62% contro 83%. Tra i “mali” della scuola italiana anche stipendi bassi e docenti troppo in là con gli anni. Dal 2010 al 2014 gli stipendi degli insegnanti sono diminuiti del 7% per cento in termini reali e la variazione della paga dei prof tra l’assunzione e la pensione varia meno che negli altri paesi. Il corpo insegnante italiano è poi il più anziano rispetto a quello di tutti i Paesi Ocse e registra una delle quote più basse di docenti di sesso maschile: sei/sette prof su dieci sono ultracinquantenni mentre otto su dieci sono di sesso femminile. L’Ocse da tuttavia atto al governo italiano di aver varato un piano di assunzioni che potrebbe “ringiovanire” il corpo insegnante del Paese.