Nella giornata mondiale dedicata alle donne, mi piacerebbe raccontare la storia di una donna speciale…donna poi…ancora quasi una bambina, Malala Yousafzai, nata nel 1997 in Pakistan; il suo nome forse ai più non dirà niente, tranne a quelli che hanno passato l’esame di maturità da poco, la sua storia infatti era una delle tracce del tema d’italiano agli ultimi esami di stato;
La storia di Malala inizia molto presto, nel Pakistan oppresso dal regime talebano, rigido e dittatoriale con tutti, ma con le donne particolarmente spietato e crudele…sotto i talebani le donne non possono fare niente, ma niente davvero, non hanno neanche personalità giuridica, non possono andare a scuola, non possono guidare, non possono letteralmente, ESISTERE, senza un uomo che le schiavizzi (marito, padre, fratello…non fa differenza)…sembrano cose assurde nel 2016, eppure ancora accadono in molto parti del mondo e passano sotto silenzio.
Nella maggior parte dei casi la paura che attanaglia queste donne (rischiano la morte se si ribellano) le schiaccia e impedisce loro di vivere…la piccola Malala è un’eccezione: ha alzato la testa in un mondo in cui le donne sono trattate peggio di oggetti, ha detto chiaramente che le donne hanno il diritto di andare a scuola, ha rivendicato ad alta voce il suo diritto all’istruzione lo ha gridato senza paura per le conseguenze, conseguenze che sono arrivate: nell’ottobre del 2012, a soli 15 anni, è stata vittima di un attentato che mirava ad ucciderla: mentre tornava a casa da scuola, è stata aggredita da degli uomini armati che le hanno sparato alla testa con l’intenzione di farla tacere per sempre ma lei è forte, più forte di qualsiasi paura, è guarita e la sua voce si alzata ancora più forte;
I talebani del Pakistan l’avevano da tempo inserita in un elenco di persone da colpire perché responsabili della diffusione del “secolarismo” nella zona. Il portavoce dei talebani, dopo aver rivendicato l’aggressione del 2012, aveva detto che Malala Yousafzai si è resa responsabile di “oscenità” che andavano “fermate”. Quali sarebbero queste oscenità?? la libertà di parola?? il diritto allo studio?? sembra assurdo ma è così
Malala non ha avuto paura ed ha continuato la sua battaglia, si è trasferita in Inghilterra ed ha continuato la sua lotta per i diritti delle donne del suo paese: Nel 2013 ha tenuto un discorso durante l’Assemblea della gioventù delle Nazioni Unite, a New York. Nel suo intervento, aveva parlato soprattutto della condizione femminile nel suo paese. Davanti all’assemblea, Malala aveva spiegato che “i libri e le penne sono le armi più potenti” e che “l’educazione è l’unica soluzione”. Parlando del suo attentato, si era anche rivolta direttamente ai talebani, chiarendo che “se pensavano di farci tacere con l’uso dei proiettili, non ci sono riusciti”.
Ha raccontato la sua storia in un libro “Io sono Malala” : “Voglio raccontare la mia storia, ma sarà anche la storia di 61 milioni di bambini che non possono ottenere l’educazione”, ha detto Malala parlando del suo libro, “voglio che sia parte della campagna che conduco per dare a ogni ragazzo e ragazza il diritto di andare a scuola. È il loro diritto fondamentale”.
Il 10 ottobre 2014 è stata insignita del premio nobel per la pace assieme all’attivista indiano Kailash Sathyarthi, diventando con i suoi diciassette anni la più giovane vincitrice di un premio Nobel. La motivazione del Comitato del Nobel Norvegese è stata: “per la loro lotta contro la sopraffazione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’istruzione”.
La sua campagna per i diritti civili non si ferma di certo, insieme a tanti altri attivisti e artisti, tra i quali troviamo anche Bill Gates, Stephen Hawking e Stevie Wonder, solo per citarne alcuni, la troviamo protagonista di “The Global Goals” in cui i leader mondiali si sono impegnati a rispettare 17 obiettivi globali da realizzare nei prossimi 15 anni, tre dei più importanti: eliminare la povertà estrema, combattere la disuguaglianza, le ingiustizie e sistemare il cambiamento climatico.
Non so gli altri, ma di lei mi sento di affermare, con assoluta certezza, che riuscirà in tutto quello che vorrà fare.
Valentina Luciani