L’uomo dal linguaggio politicamente scorretto e dissacrante
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
All’anagrafe è Luca Pasquale, mentre per tutti noi è il mitico Checco Zalone di nascita pugliese, il simbolo trash della cinematografia italiana. Oggi spegnerà 40 candeline tra ammiratori e critiche avverse nei suoi confronti per il suo operato cinematografico. Però, nonostante tutto, lui è quello che con un film a tratti demenziali, “Quo Vado?”, è riuscito a sfiorare quasi sette milioni a botteghini nelle prime ventiquattro ore, con un incasso storico, per un film italiano, di oltre 65 milioni di euro.
Checco Zalone, espressione dialettale barese ‘che cozzalone!, ovvero ‘che tamarro!, si fa conoscere in tv e nelle radio italiane con la canzone caratteristica, quasi banale ma dal successo immediato, “Siamo una squadra fortissimi”, in occasione dei Mondiali di calcio 2006, e tra le gag di Zalig Off e Zalig Circus, per poi partecipare a diversi programmi nei palinsesti Mediaset come sostegno umoristico a tratti esilarante.
Il primo successo arriva nel 2009 con il lungometraggio dal titolo: “Cado dalle nubi”, e successivamente, era il 2013, esce il film: “Sole a catinelle”, superando negli incassi la versione italiana di “Titanic”.
Zalone è un avvocato mancato nelle vesti di un attore comico dal successo e dagli incassi assicurati, dalla parodia di un cantante neomelodico napoletano vittima di una società ostile.
Checco si ritiene un mammone, è troppo legato all’Italia e non riuscirebbe a lasciare il suo Paese per tentare la fortuna all’estero. “Di sicuro so che a 50 anni non farò il comico. A quell’età si inizia a essere tristi, la scorreggia diventa patetica, e io le corde drammatiche non le ho”.