Editoriale – Il 25 Aprile come ogni anno si ricorda la liberazione del nostro Paese dall’esercito nazifascista che si arrendeva dopo le insurrezioni partigiane a Genova, Milano e Torino, ponendo fine all’occupazione tedesca in Italia. Ricordiamo soprattutto il valore del sacrificio di tanti italiani e italiane, che rinunciarono alla propria libertà , talvolta alla loro stessa vita, perché noi potessimo godere della nostra libertà democratica. Un sacrificio che ogni giorno dovremmo essere degni di meritare, non solo con il ricordo ma con un agire comune, orientato ai principi di uguaglianza, rispetto reciproco, amore del bene comune. Quest’anno vogliamo dedicare la riflessione del 25 aprile al valore della concordia, che insieme al coraggio può affrontare ogni complessità, anche quella di ritrovare un nuovo equilibrio dopo la crisi, nella nostra Città, in Europa, nel mondo.
Il Papa ci ha ricordato che il tema dei profughi in questa grande migrazione è la più forte tragedia dopo la seconda guerra mondiale. La resistenza si era battuta invece proprio per un mondo senza profughi, per un mondo dove ognuno si sentisse comunque in patria e libero e in pace con la propria dignità. E questo in ogni ambito della vita: a casa, a lavoro, per la strada, ovunque ci fosse un senso per stare insieme e migliorare le cose. Questa volontà è il nostro 25 aprile. Con un ricordo forte e presente ai martiri delle, Fosse Ardeatine e ai tanti cittadini di Roma che hanno patito l’occupazione sanguinaria nazifascista con le voci strazianti dei prigionieri di Via Tasso, Regina Coeli e i tanti “Villa Triste” sparsi per il centro nord dove operavano gli aguzzini delle camice nere”. (Mario Innocenzi)