Il bordello è l’unica istituzione italiana dove la competenza è premiata e il merito riconosciuto
di Antonio Agosta (Redazione Sicilia)
Nella clinica la Madonnina di Milano, il 22 giugno del 2001 si spegneva la penna più autorevole del giornalismo italiano del XX secolo, Indro Alessandro Raffaello Schizogene, fondatore del quotidiano “Il Giornale”, dalla scrittura limpida e straordinaria, uomo a tratti bruto e brontolone. Montanelli fu un grande giornalista in grado di spaziare dall’editoriale al reportage, fu anche una storica figura del Corriere della Sera anche come inviato di guerra.
Nel 1944, insieme alla moglie, fu arrestato e messo in una cella in una prigionia tedesca di Gallarate, per aver pubblicato degli articoli considerati diffamatori dal Regime nell’ottobre del 1943.
«Tu sei il proprietario, io sono il padrone almeno fino a che rimango direttore. […] Io veramente la vocazione del servitore non ce l’ho.» Indro Montanelli inizierà uno sodalizio professionale con Silvio Berlusconi, ma non accetterà mai l’imposizione di servitore, pur considerandolo il miglior padrone che lui potesse avere.
“Indro. L’uomo che scriveva sull’acqua. Docufilm diretto da Samuele Rossi, che verrà trasmesso da Sky arte HD il giorno dell’anniversario della sua morte, per ripercorrere le tappe più importanti della vita del grande giornalista che l’Italia abbia mai avuto, dal periodo fascista alla guerra d’Abissina, alla condanna a morte e alla corrispondenza in Finlandia.
Fu un giorno triste per il nostro Paese. Alla camera ardente furono tante le persone a rendergli omaggio, riconoscendo la grandezza di un combattente della verità.